Il caffè! Passo davanti a una torrefazione da anni, eppure non mi sono mai fermato a comprare il caffè nel negozio. Il caffè è oggi un bene da supermercato, forse perchè esotico o forse chissà perchè.
In verità la mia infanzia non è costellata da supermercati. Si, certo, sono nato prima di internet e dei telefoni cellulari, oramai è passato quasi mezzo secolo, e per il ventenne che ero oggi sono un 'vecchio', o matusa o come si dice oggi, dato che i termini devono sempre cambiare per poter dire la stessa cosa.
E non pesate che sto 'criticando' il cambio dei termini. Quando gli adolescenti smetteranno di usare termini incomprensibili o comunque nuovi sarà il momento di iniziare a preoccuparci: se gli adolescenti sono uguali agli adulti i casi sono due: o gli adulti non hanno mai superato l'adolescenza, o il mondo si è fermato e fatemi scendere....
Ma ritorniamo al caffè. Mentre pensavo alla mia infanzia e poi adolescenza, mi sono venute in mente altre due torrefazioni davanti alle quali passavo con regolarità. E' il profumo che segnalava il punto sulla mappa, il clic della georeferenziazione. Una prima del ponte di Monte S.Quirico, e l'altra alla fine di Borgo Giannotti, dove c'erano le poste, Bei & Nannini. Tra l'altro uno dei primi lavori da contabile di mio padre era stato proprio li alla Bei 6 nannini. Quella di borgo Giannotti non c'è più sicuramente ( o forse si? interessante, basterebbe un clic ma sto lavorando sulla memoria, per cui resta in sospeso), e forse quella prima del ponte si è spostata ed è quella in cui sono andato oggi.
Bello... l'antropologia di casa mia, la memoria e la storia orale che sto cercando di salvare in varie parti del mondo in questo momento è anche la mia. Storia orale esiste solo in quanto raccontata, bene effimero e inesistente prima dell'evento, A cosa serve? Mi sono posto la domanda molte volte. A me piace ricordare. E a noi che ce ne frega? direte voi che leggete. A molti niente, quindi passate ad altra pagina!
Ritorniamo al caffè. Oggi ho deciso di fermarmi. In verità lo avevo fatto anche qualche anno fa, ma poi non ho ripetuto. Il caffè alla torrefazione cosata 12 - 14 euro al Kg, mentre il Kimbo che usiamo molto meno (credo attorno ai 7 - 7,50, offerte ecluse) per cui, visto che siamo entrambi impegnati nel settore culturale e poveri, non possiamo permettercelo. Ma è questa la ragione per cui avevo lasciato perdere.
Ma quali sono le motivazioni dell'acquisto? Compriamo il caffè Kimbo perchè è il più buono e perchè costa poco oppure ci sono altre motivazioni?
Kombo è il caffè dell'infanzia di mia moglie. Lei è di Napoli, e quindi è una parte di lei acquistare un rpodotto che viene dalal sua città. Il gusto si forma dall'infanzia, quindi l'abitudine e l'apprendimento hanno un importanza forte, ma anche il legame con la propria terra lontana.
Allora non è il prezzo, ma molto altro.
Per me che significa comprare il caffè Giurlani macinato davanti a me nel negozio a poca distanza da casa mia è filiera corta, è essere collegato con il territorio. E' energia, unità di misura che può veramente fare la differenza. Quanta energia ci vuole perchè la confezione del caffè Kimbo arrivi a casa mia e quanta per il caffè Giurlani?. La differenza in questo caso credo che sia minima, il caffè viene in ogni caso da molto lontano.
Poi ci sono icosti: la differenza è di 4,50 € al kg, per la miscela da prezzo medio.
tiriamo le fila:
Che le emozioni nelle nostre scelte 'razionali' siano il fattore fondamentale è indubbio. Quindi partiamo da queste.
Dato che siamo emozione e ragione, abbiamo due emisferi per questo (crf. , con Jill Bolte Taylor's stroke of insight, sottotitoli in Italiano), al di la di riflessioni su nirvana o modi migliori, dobbiamo dare spazio ad entrambi gli emisferi. Il denaro è una unità di misura, non qualcosa che ha un valore in se. E come unità di misura si basa su 'valori' colettivi, ma non certo oggettivi. 5 € non sono la stessa cosa per tutti, come un qualunque testo non ha lo stess osignificato per ogni persona. Ci sono almeno 3 elementi che contribuiscono al significato: testo (i 5 €) contesto (ciò che è condiviso collettivamente, che ha un significato condiviso) e circostanza: il nostro portato personale, emotivo e materiale, la nostra individualità. Il 'valore' dei 5 € cambiano, se abbiamo appena riscosso, se guadagnamo 2.000 euro al mese o 500, se in quel momento abbiamo molta voglia di quello che scambiamo con i 5 euro.
L'energia incorporata in un oggetto, bene o servizio è invece una unità che possiamo determianare con una certa precisione, anche se non è detto che possa essere fatto con facilità. Per energia incorporata intendo tutta l'energia necessaria per produrre o generare, trasportare e acquisire quell'oggetto. include l'energia necessaria per costruire i macchinari necessari, la conservazione ecc. ecc.
Possiamo avere pochissima energia incorporata per la produzione (fagioli coltivati nel campo dietro casa utilizzando la compost, vanga e pala) ma poi caricare 100 kg di questi fagioli su di un furgone e portarli da Arezzo a Milano per venderli.... ma vicino a Milano i fagioli non crescono? E' il paradosso dell'acqua: a Mossa ho trovato l'acqua dell Fonte Azzurrina prodotta nel Parco delle Alpi Apuane, mentre qua ci beviamo la Levissima che viene dalla Valtellina! (lasciamo perdere al momento il discorso sulle acque minerali, vedi RAI3, Report: L'Acqua alla Gola e L'Acqua Minerale in Italia).
Conclusione: il punto non è se continuiamo a comprare il Kimbo o il caffè Giurlani, le motivazioni stanno nella storia personale e in quello che crediamo, ma nelle mille altre scelte economiche e politiche, nella perversione del sistema economico che osservando il solo indicatore 'denaro' trascura effetti collaterali immensi (nel caso dell'acqua inquinamento da trasporto, bottiglie da riciclare ecc. ecc.). se accanto al prezzo al Kg, mettessimo i Kw necessari, avremmo un'altra unità di misura che va oltre l'ideologia a volte dannosa di un ecologismo cieco.